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Hombre del partido

Andrea Scalet, centenario in serie B

Sabato scorso, in quel di Manzano, Andrea Scalet ha toccato le cento presenze in serie B. Nonostante sia ancora un «giovanotto» di nemmeno 29 anni (li farà fra poco) è sicuramente un bel traguardo per un «futsalista» trentino dove pochi sono arrivati a centrarlo.
Cento di queste partite Andrea peccato per il risultato, ma è un grande traguardo. In pochi in regione hanno giocato così tanto in serie B
«Un vero peccato, perché a mio avviso potevamo giocarcela con metà delle formazioni presenti nel nostro campionato. Stagione particolare la nostra».
Quando è arrivato il colpo di fulmine per il futsal?
«Le prime persone che mi hanno indirizzato verso il calcio a 5 sono stati i fratelli Caracristi, al torneo delle Circoscrizioni di Trento, e Sembenotti dopo un torneo a Bolzano. Non si può parlare di un reale colpo di fulmine, perché dopo qualche mese volevo smettere. Troppa tattica. Loss, mio mister nell'under del Green Tower in quel periodo, mi diede del matto e spinse affinché non mollassi».
Primi anni col Green Tower, poi Hdi Assicurazioni, Bubi Merano e ora Rotal Five. Che campionati hai trascorso in B con queste maglie?
«Con il Green Tower, sei anni, uno di questi in B. Riuscì a fare 11 gol, sebbene fossi il più giovane e fu una stagione davvero importante. Avevo al mio fianco giocatori come Tonini, De Luca e Luciano Mendes, fu davvero istruttivo.
Con l'Hdi avevo al mio fianco oltre a Matteotti, Fratacci e Micheletti, amici, prima che compagni di squadra, giocatori come Ragno e Ortega, oltre a colonne come Giovanelli. Una delle mie migliori stagioni in assoluto, con un campionato a ridosso dei play off.
A Merano mi aspettavo tanto, ma non andò come speravo. Al contrario.
Rotal Five, assomiglia al mio Green Tower, con ovviamente alcune differenze marcate. Lo scorso anno molto bene, quest'anno si poteva fare meglio nonostante le difficoltà».

Mi puoi dare un aggettivo per i mister che ti hanno allenato in serie B?
«Gigi Regondi, al Green Tower, vincente e la sua carriera parla chiaro. Lui curava il dettaglio. Un allenatore completo.
Mirko Renier, all'Hdi, tosto. Un mister che ha cambiato totalmente il mio modo di giocare. Prima, "mi specchiavo" parecchio, con lui ho badato molto di più alla sostanza.
Roberto Vanin, al Bubi, preparato. Ma purtroppo non ho mai legato.
Luca Ghezzer, primo anno al Rotal Five, genuino. Ti affronta senza giri di parole. Legge la partita bene e ti sa motivare come pochi.
Giuseppe Saiani, questa stagione, preparato. Tatticamente è tra i più bravi che abbia mai avuto»
.
Tornando a Manzano una sconfitta molto pesante, soprattutto per la corsa alla salvezza o c'è ancora speranza?
«Manzano in questo momento è un colpo al cuore. Credevo fortemente nel nostro rilancio, invece ne siamo usciti con le ossa rotte. Onoreremo il campionato fino alla fine, ma la corsa alla salvezza è terminata sabato scorso, inutile girarci intorno».
In tutti questi anni hai visto un movimento che è cresciuto in regione?
«Non credo. A livello quantitativo forse è migliorato, a livello qualitativo per me no. I nomi che girano sono praticamente quelli di quando ho iniziato. Certo, quest'anno con il Bubi in A2, il Trento e il Rotal in B e il Trilacum femminile in A poteva esserci un traino a favore di questo sport. Ma in Trentino non crescerà mai. O meglio,
per riuscire a crescere perché da noi è veramente ai margini. Ha bisogno di maggior visibilità, perché il più della gente commenta questo sport non sapendo di cosa sta parlando. Già a Merano hanno una mentalità migliore rispetto al Trentino. Nella nostra provincia, ahimè, lo si considera soltanto un ripiego al calcio a 11. Talvolta è demotivante ascoltare certe considerazioni o confronti tra i due sport»
.
Fai anche il giornalista e ti chiedo una cosa difficile. Datti un voto per la tua carriera finora che comunque è tutt'altro che al tramonto visto che sei ancora giovanissimo,
«Impossibile. Non sono in grado. La sufficienza se no mi monto la testa (ridendo n.d.r.). Ho raggiunto le cento partite in B segnando una cinquantina di reti e ho vinto due campionati di C1. Il rimpianto è quello di non essere rimasto all'Hdi, diventata Tridentina, nell'anno dell'A2, scegliendo una strada diversa e non aver sfruttato l'occasione della convocazione in under 21».
Chiudiamo con il tuo quintetto ideale con tutti quelli che hai giocato anche se so che non sarà facile lasciare fuori qualcuno...dai allora roster completo dei 12
«Ti prego. Fammi un'altra domanda piuttosto che questa».
Va bene dai, ci sentiamo per la 200esima. Preparala per allora.

Autore
Cristiano Caracristi
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