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Hombre del partido

Alsida, due mani per conquistare la «Manita»

Poco prima di Natale ha trovato sotto l'albero la quinta coppa Italia della sua carriera, vinta fra l'altro con squadre diverse.
L'«Hombre del Partido» sarebbe più esattamente una «mujer» perché parliamo di futsal femminile e più precisamente del portiere del Nomi, Alsida Spahiu.
Classe 1984, Alsida, albanese di nascita, ha iniziato a giocare a calcio a 5 nel 2009 con il Cavedine Lasino che, all'epoca. partecipava sia al campionato di serie C di calcio che di futsal: in quella stagione difende la porta sia grande che piccola del sodalizio della Valle dei Laghi. In tre stagioni con questo team vince una Coppa Provincia di calcio 5. Nel 2012 passa al Calavino vincendo sia la Coppa Italia che il campionato. Passa poi al Trilacum per due campionati dove fa il piano di vittorie, Dopo una stagione a difese della porta del Piedicastello, dalla scorsa stagione arriva al Nomi conquistando ancora campionato e due Coppe Italia, compresa l'ultima poco prima di Natale.
Recentemente hai vinto la quinta coppa della tua carriera, possiamo definirti regina di coppe anche se la carta non esiste realmente?
«Sono diventate cinque e la cosa mi fa molto piacere. Bisogna anche dire che ho avuto la fortuna di giocare in squadre e con compagne che mi hanno aiutato in tal senso».
Quando hai iniziato a giocare a calcio o calcio a cinque e cosa ti ha spinto a scegliere questa disciplina?
«Ho iniziato a giocare a calcio nel 2009 e come puoi constatare non ero giovanissima, ma mi è sempre piaciuto questo sport ed avevo deciso di provare. Quell'anno la squadra con la quale giocavo si era iscritta sia al campionato di serie C di calcio, sia in quello di futsal in Trentino. Fin da subito mi sono trovata meglio nella porta piccola vuoi per predisposizione fisica o per pura passione verso questo sport, che comunque per me rimane il più bello e spettacolare che esista. Così decisi di scegliere il futsal definitivamente, già il secondo anno che giocavo».
Hai vinto campionati con Trilacum e Nomi recentemente, ma non hai mai potuto giocare in un campionato nazionale, ti dispiace?
«Sicuramente l’esperienza di giocare in un campionato nazionale mi manca e mi piacerebbe tantissimo farla. Mi dispiace non esserci riuscita nonostante i tanti campionati vinti a livello regionale, ma mai dire mai».
Hai un portiere modello?
«Se dovessi scegliere un portiere in generale come modello da ispirarsi per me sarebbe senza dubbio Mammarella, un esempio sia fuori che dentro il campo».
Cosa ti aspetti da questa stagione e nell'immediato futuro per la tua attività sportiva?
«Quello che mi aspetto da questa stagione per intanto è continuare a fare bene in campionato e perché no difendere il titolo vinto l’anno scorso. Inoltre speriamo di fare bene ed andare avanti nelle fasi nazionali di coppa Italia dove nella seconda fase a febbraio dovremmo affrontare un triangolare con Liguria e Veneto. Il sogno sarebbe arrivare a partecipare alle final 8. Sarà molto dura ma sono sicura che ce le metteremmo tutta e lotteremo fino alla fine».
Sabato, big match fra Altopiano Paganella-Nomi, chi vince?
«Noi ovviamente».
Non so se ha toccato ferro in quel momento...

Alsida con l'idolo Mammarella, portiere della nazionale e dell'Acqua&Sapone
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Alsida con il papà e l'ultima coppa vinta con il Nomi
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Autore
Cristiano Caracristi
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