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Serie D

Legion of Doom: una squadra senza tempo

Foto di squadra della Legion of Doom
Foto di squadra della Legion of Doom

Terzo appuntamento della nostra rubrica settimanale dedicata alla presentazione delle squadre di serie D. Dopo aver conosciuto due realtà molto giovani e in costruzione, come quella del Cus Trento U21 e dell’Union Trento, è giunto il momento di una società con ben più esperienza e minuti giocati alle spalle.
Nata nel lontano 1998 da un gruppo di amici uniti dalla passione per il calcio a cinque, la Legion of Doom è oggi una delle realtà più longeve e ricche di esperienza del campionato. Una squadra che non ha mai tradito la propria identità: spirito familiare, entusiasmo e un forte senso di appartenenza.
«La cosa che ci contraddistingue è che siamo sempre gli stessi» racconta Michele Stenico, portiere e presidente. «Abbiamo dai 15 ai 20 tesserati, e quando andiamo a mangiare una pizza o passiamo del tempo insieme siamo sempre in buon numero. Un gruppo vero».

Un presidente–portiere che tiene in piedi tutto

Michele Stenico è il simbolo della doppia anima della Legion of Doom: sportiva e organizzativa. Dal 2017 gestisce la società quasi in autonomia, occupandosi di burocrazia, direzione e struttura. Un ruolo fondamentale che permette al gruppo di continuare a esistere e funzionare con la stessa spontaneità che lo caratterizza da sempre.

Il ritorno a casa di Giuseppe De Luca

Alla guida tecnica c’è Giuseppe De Luca, giocatore con esperienze importanti in Serie B e per anni protagonista anche in C1. Dopo aver disputato la sua ultima stagione in C1 a 50 anni, ha scelto di chiudere il cerchio tornando nella “sua” palestra, nel suo ambiente.
«Non sono più un giovincello – scherza – ho compiuto 52 anni a settembre. Dopo tanti anni in giro, era il momento di tornare a casa. Qui c’è un gruppo bellissimo, e va bene così».
Oggi De Luca ricopre il doppio ruolo di allenatore–giocatore, un compito impegnativo ma che vive con passione: «Alleno, gioco… lui para e io faccio gol, o così dovrebbe funzionare» dice scherzando mentre indica l’amico Stenico, e continua: «Quando c’è un gruppo così, viene tutto naturale».

Una squadra esperta, unita e senza età

La Legion of Doom si distingue anche per un dato curioso: l’età media sfiora i 40 anni. Un numero che racconta esperienza, longevità sportiva, ma soprattutto amicizia.
«Abbiamo vent’anni di differenza tra i più giovani e i veterani – spiega De Luca – ma alla fine non cambia nulla. Se magari manca qualcosa fisicamente, c’è l’esperienza. Ed è quella che ci aiuta».

Obiettivo: playoff in un girone difficilissimo

Nonostante l’età media alta e una struttura gestionale “artigianale”, la Legion of Doom non rinuncia alle ambizioni.
«Puntiamo ai playoff – affermano senza esitazioni – Il girone è molto difficile, e anche la Coppa. Siamo partiti bene, ma siamo solo a dicembre: può cambiare tutto. È un campionato imprevedibile, ci sono tanti fattori che incidono. Ma noi ci proviamo».

Una famiglia prima di tutto

Oltre ai risultati, ciò che la Legion of Doom difende con orgoglio è il clima di amicizia e leggerezza che si respira ogni settimana.
«Siamo prima di tutto un gruppo di amici. Usciamo spesso a mangiare la pizza, anche quando perdiamo… ci rompiamo le scatole tutta la settimana e poi il venerdì sera siamo sempre lì: bisogna distrarsi un po’. E dopo c’è sempre birra e qualcosa da mangiare anche agli allenamenti. È la nostra famiglia».

La Legion of Doom non è soltanto una squadra: è un progetto di amicizia che resiste al tempo, alle categorie e ai risultati. In un campionato sempre più competitivo e in continua evoluzione, questo gruppo dimostra che coesione, passione e appartenenza possono essere la vera differenza, e con loro, magari, anche un pizzico di esperienza.
La loro storia continua a essere scritta ogni settimana, tra allenamenti, partite, cene e battute che cementano un’unione rara da trovare nello sport amatoriale. Qualunque sarà il verdetto della stagione, una cosa è certa: la Legion of Doom ha già vinto nella dimensione che più conta, quella umana.

Autore
Luca Scala
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