Il Presidente alla guida del Bubi dei giovani
In Trentino Alto Adige le società che praticano calcio a 5 sono tantissime. Poche, però, possono essere considerate un esempio in tutto e per tutto: organizzazione, risultati, attenzione al settore giovanile ed alla comunicazione. Tra queste poche, e ci perdoneranno tutte le altre, pensiamo vada citato il Bubi Merano. Una realtà che da anni lavora in questo mondo fatto di scarpe Munich e tiri di punta e lo fa, anno dopo anno, con ottimi risultati sotto ogni punto di vista. E i risultati non sono solamente quelli sportivi, ovvero il vincere o perdere le partite, ma anche quelli a più ampio raggio. Se il Bubi può essere considerato una delle punte di diamante del movimento, grande merito è del suo presidente Antonio Calovi, Toni per tutti. Non è quindi un allenatore o un pivot, questa settimana, il nostro Hombre del Partido, ma è lui, il presidente di una delle migliori società della regione. Con "Toni" abbiamo parlato di serie C e serie B, di programmi ed obiettivi, di giovani e promettenti giocatori.
A tutti, buona lettura.
Presidente, quest’anno avete cambiato parecchio, seguendo una linea verde che fino ad ora ha dato ottimi risultati. Convinto di queste scelte?
Dopo la retrocessione dalla serie B dell’anno scorso un cambio era dovuto. Bisognava dare nuovi stimoli e nuova linfa, partendo però da una risorsa interna fondamentale, ovvero la nostra under 21. Abbiamo promosso in prima squadra tanti ragazzi, perché lo meritavano e perché siamo convinti che la strada giusta da percorrere sia quella. Vogliamo puntare sui giovani, su giocatori che sono cresciuti e stanno crescendo di settimana in settimana e che ci regalano grandi soddisfazioni. Alla guida di questo gruppo abbiamo messo Daniele Loss, anche lui un giovane che ha però già dimostrato di saperci fare con i ragazzi raggiungendo ottimi risultati. Ogni venerdì ci presentiamo con almeno cinque o sei under in campo, tutti ragazzi di Merano che ci aiutano anche a conservare la nostra identità. Chiaramente all’inizio si incontrano delle difficoltà, ma credo che a medio lungo termine otterremo ottimi risultati.
Come vedi questa serie C? Al momento ci sono 5 squadre altoatesine nelle prime 7 posizioni: è un dato indicativo?
Non credo a dire il vero: penso che qui in provincia di Bolzano ci siano squadre di ottima qualità, così come ci sono in Trentino. La mia favorita resta il Laives. Credo abbiano qualcosa in più delle altre perché possono contare su un gruppo eccezionale, sia dentro che fuori dal campo. Hanno un bravo allenatore, sono solidi e hanno cambiato poco, puntellando una rosa già competitiva. Poi, sempre rimanendo in Alto Adige, vedo bene le “solite” Pool e Bolzanese, che può contare su un bravissimo mister come Vanin. Sarà un bel campionato, equilibrato.
Lasciamo per un attimo la C e andiamo a dare un occhio alla B, torneo che tu conosci bene. Come vedi il Green Tower e che “consigli” ti senti di dargli?
Consigli non ne do e non credo li accetterebbero visto che noi siamo retrocessi…A parte gli scherzi penso che la B sia un campionato molto difficile e credo che qui da noi, in regione intendo, il problema sia che non siamo pronti ad affrontarlo da un punto di vista della mentalità. A livello tecnico, infatti, credo che non ci siano enormi differenze tra le squadre trentine degli ultimi anni e quelle della metà bassa della classifica in B. Ma a fare la differenza è la testa: bisogna essere umili, saper soffrire veramente, sia in allenamento sia in partita. Ci vuole costanza durante la settimana, allenarsi almeno tre o quattro volte con spirito di sacrificio per abituarsi a dare il massimo il sabato. Quando parlo di questo tipo di mentalità mi riferisco certamente ai giocatori, ma anche alla società ed allo staff che ruota intorno. In C il discorso è molto differente e credo che il livello sia cresciuto negli ultimi anni.
Torniamo a parlare di Bubi, ovvero di giovani. L’età si abbassa sempre di più nelle tue squadre?
Si, e siamo convinti di aver preso la strada giusta. A questo proposito, se mi permetti, vorrei aprire una piccola parentesi un po’ polemica, ma con finalità costruttive. Io sono convinto che questa politica sui giovani debba partire dall’alto, ovvero dalla Federazione. Adesso in C le squadre hanno l’obbligo di un under in lista, ma spesso sono ragazzi presi per fare numero che giocano poco o niente. In giro per l’Italia ci sono obblighi più “severi”, ci sono campionati under 18 e under 21, che sono serbatoi importantissimi. Quest’anno siamo rimasti gli unici in Trentino Alto Adige a partecipare al campionato under 21. Credo che questo dato debba far riflettere. Ribadisco, però, che deve essere la federazione a sposare questa linea e a creare dei programmi, magari pluriennali, per favorire l’inserimento dei giovani. E questo, ne sono convinto, servirebbe a fare crescere tutto il movimento, tutte le squadre e tutte le società.
Anche perché i risultati mi pare diano ragione a chi crede nel settore giovanile: negli ultimi due anni voi e Green Tower, che avete fatto l’under 21, avete “sfornato” una serie di giocatori molto interessanti, da Momo a Tschurtschenthaler a Perricelli, che sono i tre casi più eclatanti, oltre a tanti che la C la reggono senza problemi.
Certo. I numeri dicono questo. Non è facile, sia chiaro, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello economico, però i risultato poi ti ricompensano degli sforzi. Per quanto riguarda noi, visto che hai citato Momo e Tschurtschenthaler, devo dire che siamo orgogliosi e contenti dei loro risultati. Matteo è veramente un talento unico, mentre Momo deve essere preso ad esempio da tanti, perché lui è arrivato dove è arrivato con il lavoro, il sudore e l’abnegazione. Anche adesso li consideriamo parte integrante della “famiglia Bubi”: quando hanno tempo vengono a Merano, passano in sede, sono amici dei nostri ragazzi. Insomma, siamo molto orgogliosi di loro.
Torniamo all’attualità. Siete partiti un po’ con il freno a mano tirato, come mai?
Si, al momento la classifica non sorride, però ci sono tanti elementi positivi che ci fanno guardare al futuro con ottimismo. La squadra è in crescita, gioca bene e sapevamo che ci sarebbe voluto un periodo di rodaggio e “acclimatamento”. Ci vuole un po’ di pazienza, ma io sono straconvinto che arriveremo a metà classifica e cresceremo molto nel corso della stagione.
Nelle righe di presentazione di quest’intervista ho fatto una piccola “sviolinata” al tuo Bubi, che è considerata una delle società modello in regione. Cosa ne pensi?
Se è vero, e spero che lo sia, non può che farci tantissimo piacere. Teniamo molto all’immagine ed alla comunicazione, aspetti fondamentali in una società. Nota che parlo al plurale: alla fine spesso compaio io, ma quelli che hanno permesso tutto ciò sono tutti i collaboratori che abbiamo. Persone straordinarie che lavorano magari nell’ombra ma che sono fondamentali. Penso, e ne cito solo due tra i tanti, a Roberto Tschurtschenthaler e Andrea Nardo, che è il nostro vero e proprio factotum. Poi ci sono gli allenatori ed i loro vice, cinque persone (Daniele, Matteo, Gianni, Stefano e Denis) che lavorano bene e sodo, con entusiasmo e professionalità. Poi i consiglieri e soci: senza di loro non andremmo da nessuna parte. Anche perché, oltre all’aspetto prettamente sportivo, ci dedichiamo anche ad altre attività sociali, come ad esempio lo stand che curiamo alla festa della città di Merano.