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Hombre del partido

Mattia Perricelli, Golden Boy del futsal trentino

Cari lettori, eccoci con un nuovo appuntamento con l’Hombre del partido. La scelta questa settimana è caduta su colui che è senza dubbio l’uomo del momento. Il giocatore sulla bocca di tutti in questi giorni. L’uomo che ha fatto esclamare a molti «Ma dai? Davvero?», oppure «Cavolo, all’Arzignano?». Stiamo parlando ovviamente di Mattia “Perro” Perricelli, il giovane talento del Green Tower che in questi giorni ha detto di si. No, non si è sposato, molto meglio. Ha detto di si all’Arzignano Grifo, la squadra per eccellenza se si parla di calcio a 5. Il laterale, infatti, vestirà la casacca della compagine veneta di under 21, per un esperienza di vita, oltre che calcistica ovviamente, stimolante ed interessante. Un successo per lui, ma anche per il Green Tower ed anche un po’ per tutto il movimento regionale che inizia a raccogliere i frutti di tutto quanto è stato seminato. Noi di calcioa5.sportrentino, che vogliamo essere sempre sulla notizia, siamo andati ad intervistarlo. Ecco a voi il figliol prodigo, che prepara la borsa, timbra il biglietto del treno, saluta tutti e se ne va ad Arzignano. Buona lettura.

Mattia, cosa dirti se non complimenti.
«Grazie mille. Eh si, da adesso si inizia, martedì avrò il primo allenamento con i miei nuovi compagni»

Come è nato questo trasferimento?
«Abbiamo giocato due volte contro l’Arzignano quest’anno. All’andata c’era anche il mio ex mister Gigi Regondi a vedermi e credo, visto com’è andata, che abbia speso qualche buona parola per me. Prima della partita ero teso e nervoso, perché giocavo contro una squadra blasonata e in un palazzetto importante e prestigioso. Non bastasse uno dei dirigenti mi ha detto che io e qualche altro mio compagno eravamo “sotto osservazione” e che l'Arzignano ci stava tenendo d'occhio. Io credevo scherzasse e mi prendesse in giro ma, a cose ormai fatte, direi che parlava seriamente. Poi nella partita di ritorno il tutto si è concretizzato. Mi hanno parlato a fine partita chiedendomi di andare a giocare con loro»

E tu? Come hai reagito quando sono venuti a chiederti di andare con loro? Immagino che così, su due piedi, ci sia stato entusiasmo, ma dopo forse qualche domanda o preoccupazione è arrivata.
«In realtà non ci ho pensato neanche un secondo. Ho detto “ok, vengo, ci sono”. Poi ci ho pensato un po’ e ho detto “ok, vengo, ci sono”. Insomma ero e sono straconvinto della scelta. È un sogno che si realizza, è veramente tutto bellissimo»

Ma come affronterai quest’esperienza dal punto di vista logistico?
«In questi giorni ci stiamo organizzando: il martedì ed il giovedì ho gli allenamenti e andrò in treno. Poi nel weekend magari mi fermerò a dormire, di modo da non dovermi alzare troppo presto la domenica per andare a giocare, altrimenti arrivo in palestra distrutto. Sarà dura, non lo nego, anche perché vado ancora a scuola, ma un sogno, per realizzarsi, richiede necessariamente qualche sacrificio, anzi parecchi sacrifici visto che l’impegno è quasi professionistico. E io ho la voglia e le motivazioni per fare tutti questi sacrifici».

Qual è la tua la tua storia calcistica?
«Ho sempre giocato a calcio a 11, nell’Azzurra. Facevo il difensore centrale. Poi il trasferimento nel calcio a 5: è stato mister Cristiano Caracristi a “costringermi” ad andare a giocare in palestra. Questo è il terzo anno che gioco a futsal. E devo dire di essere stato molto fortunato perché ho avuto degli allenatori bravissimi che mi hanno insegnato a stare in campo, e mi hanno svelato tutti i segreti sulla tecnica e la tattica del calcio a 5. In questi anni ho quindi imparato un sacco di cose dai miei due mister Gigi Regondi e Daniele Loss. Io mi considero un laterale, mi piace vedere la porta. Poi con la prima squadra ho giocato spesso da pivot e con l’under ha volte ho giocato anche dietro, come centrale. Quindi alla fine ogni posto va bene».

Cosa ti aspetti dall’esperienza che stai per iniziare?
«Prima di tutto mi aspetto di crescere sia dal punto di vista umano che ovviamente da quello calcistico. Credo che potrò migliorare giocando nelle giovanili di una squadra di A1. Potrò allenarmi e vedere da vicino giocatori straordinari come Pinilla, insomma ci sarà da divertirsi. Io faccio i geometri, quindi sarà molto dura, ma credo ne valga la pena».

Se il tuo nuovo mister dell’Arzignano Grifo ti dicesse di portare a giocare insieme a te qualche tuo compagno o amico, chi porteresti?
«In porta ci metterei Stefano Micheletti, perché mi ha sempre dato ottimi consigli. Poi direi Andrea Scalet: è anche grazie a lui se è arrivata questa chiamata. Lui mi ha sempre stimolato molto ed è stato importante per la mia crescita calcistica. Porterei anche Francesco Tiglio, che nei primi due anni di calcio a 5 è stato indispensabile per me, mi ha aiutato un sacco. Ed infine dico Daniele Fontanari: lui mi ha messo in riga, perché io sono un po’ una testa matta e lui è sempre riuscito a darmi equilibrio e motivazioni. Ecco, loro quattro me li porterei volentieri al Grifo».

Mattia, ringraziandoti ti faccio l’in bocca al lupo: divertiti, impara e segna.
«Grazie mille, vedrò di fare del mio meglio».

Ma prima di salutare i lettori e darvi l’appuntamento alla prossima, vi riportiamo le parole con le quali uno dei principali “colpevoli” di tutto questo ha voluto salutare il suo pupillo. “Sperando che sia il primo trentino a vestire l’azzurro, ti faccio un grande in bocca al lupo e, mi raccomando, non combinare troppe bischerate”. Firmato, mister Cristiano Caracristi.

Autore
Matteo Lunelli
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