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Hombre del partido

Senad Slomic: quando il futsal va oltre lo sport

Cari lettori ed appassionati di calcio a 5, ben ritrovati con il nostro “Hombre del Partido”. Per questa ultima puntata del 2007 (a proposito, tanti e sportivi auguri a tutti) siamo scesi nella zona di Rovereto per andare a conoscere uno degli uomini simbolo di quel San Giuseppe che sta stra-dominando, contro ogni pronostico, la neonata serie D d’eccellenza. Prima di tutto alzi la mano chi si sarebbe aspettato che quello stesso San Giuseppe che, solo qualche anno fa, galleggiava nella zona bassa della classifica della serie D non solo avrebbe centrato una storica promozione in D d’eccelenza, ma soprattutto avrebbe chiuso la prima parte di campionato con uno straordinario +10 sulle più dirette inseguitrici? Per farci raccontare un po’ la storia, molto particolare e curiosa, della squadra che porta il nome del santo simbolo della castità, siamo andati a

SENAD SLOMIC
SENAD SLOMIC

chiacchierare con Senad Slomic, difensore centrale, secondo allenatore, ma anche un po’ anima di questa formazione. Una squadra, forse una delle poche, che vince le partite ancor prima di giocarle. Perché? Semplice! Perché incarna ed interpreta lo spirito più vero e più profondo dello sport, ovvero quello di unire le persone: nel San Giuseppe, infatti, già da un paio di stagioni, milita una nutrita colonia di giocatori di origine slava, e più precisamente serbi, bosniaci e croati. Popoli che pochi anni fa si facevano la guerra ma ora, grazie anche a piccole gocce nell’oceano come una squadra di calcio a 5, rincorrono insieme un pallone, sudano fianco a fianco per una vittoria e vestono orgogliosi una stessa maglia. Insomma una squadra forte, che sa giocare a calcio a 5, ma che sa anche unire e divertirsi correndo dietro un pallone.

Caro Senad, come diceva una canzone "siete una squadra fortissimi".
«A dire il vero non ci aspettavamo assolutamente un avvio del genere. È veramente sorprendente leggere la classifica e vederci lassù. Non sapevamo come sarebbe stato il livello del girone, anche perché è una prima volta per tutti in serie D d’eccellenza, ma sapevamo che ci sarebbero state squadre molto forti, come Marco o Lago di Cei che conoscevamo bene».

Raccontaci un po’ la storia di questo San Giuseppe? Come nasce la vostra attività?
«Questo progetto è nato un paio di anni fa: prima il San Giuseppe era un gruppo di amici che giocava e si divertiva, ma spesso relegato nelle zone basse della classifica. Poi, un'estate, ci siamo seduti intorno ad un tavolo ed abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di più. Io per primo ho conosciuto piano piano e capito il mondo del calcio a 5 ed era giunto il momento di provare a dare una svolta. Volevamo rinforzarci, ma non riuscivamo a trovare giocatori, anche perché molti non volevano venire a giocare in una squadra che era arrivata negli ultimi posti».

E qui ti è venuta l’idea di portare un po' di amici…
«Si. Io giocavo sempre il sabato con un gruppo di miei amici slavi, così per fare un’amichevole e stare insieme. Così, visto che eravamo con pochi giocatori e che io avevo questo gruppetto di amici che sapevano giocare, ho pensato di portarli in palestra con noi».

Cosa ne è venuto fuori?
«Ne ho coinvolti cinque e siamo riusciti l’anno scorso a centrare una straordinaria e storica promozione in D d’eccellenza. Siamo arrivati terzi, dietro Futsal Trento e Marco, grazie ad un bellissimo girone di ritorno nel quale abbiamo perso solamente una partita. Quest’estate poi ci siamo chiesti cosa fare, perché il salto di categoria richiedeva necessariamente uno sforzo. Alla fine siamo riusciti a prendere un paio di giocatori dal Pomarolo ed altri tre ragazzi slavi ci hanno raggiunto in rosa. Siamo una bella squadra, con giocatori molto bravi tecnicamente, ma che si diverte e gioca tranquilla e così i risultati arrivano».

Insomma una squadra “multietnica” che domina il campionato.
«Questa è la cosa della quale andiamo più fieri, sono cose che vanno ben oltre lo sport: abbiamo ragazzi serbi e croati che giocano insieme, popoli che pochi anni fa facevano la guerra tra loro. Lo sport è questo, è veramente molto bello».

Immagino, anzi sono a conoscenza del fatto che non tutti ammirino troppo questa cosa.
«Purtroppo è vero, ogni tanto vengono a crearsi delle situazioni non belle, con alcune società o persone. Vengono tirati in ballo argomenti come il razzismo che con il calcio a 5 o lo sport in generale non hanno nulla a che vedere. Il Trentino, anzi alcuni dei trentini, magari tendono ad essere un po’ chiusi, certamente i fatti di cronaca che si leggono sui giornali e che vedono a volte protagonisti gli stranieri non ci aiutano e certe parole o lamentele danno fastidio».

Tu di dove sei?
«Io sono della Bosnia. Sono arrivato nel 1992 ed ho sposato una ragazza trentina: dopo 15 anni posso quasi considerarmi “uno di voi”».

Torniamo a parlare di calcio giocato. Voi avete anche una squadra B in serie D giusto?
«Si. La nostra squadra è un po’ “vecchia”, siamo compresi tra i 30 ed i 44 anni, la media sarà intorno ai 35/36. Nella squadra “B” sono restati un po’ di giocatori protagonisti della promozione ai quali si sono affiancati alcuni giovani interessanti».

Insomma la società lavora bene.
«Il San Giuseppe è una società molto seria, che opera già da 20 anni sul territorio, nel calcio a 11 oltre che in quello a 5. La struttura è ben radicata, sono molto contento di come siamo organizzati».

Il vostro obiettivo è quindi regalare alla società un’altra promozione? La C vi aspetta?
«No, no. È ancora troppo presto per parlarne. Al momento abbiamo un discreto vantaggio, ma non possiamo certo pensare di gestirlo fino a maggio. L’inizio per noi è stato ottimo ma adesso il vero livello del girone verrà fuori. Altre squadre inizieranno a macinare punti, come Telvana o Tesino, ma anche il Povoli e molte altre, quindi dobbiamo stare attenti e a fine stagione vedremo. Inoltre credo che possano subentrare un sacco di variabili, come gli infortuni o dei cali degli uomini migliori ad esempio. Il nostro punto di forza resta comunque il nostro portiere Molinari, ex Lago di Cei in serie C, uno dei migliori in regione i quel ruolo».

SENAD SLOMIC
SENAD SLOMIC

La scheda:

NOME: Senad
COGNOME: Slomic
RUOLO: Centrale difensivo e secondo allenatore
ALCUNE SQUADRE NEL CALCIO A 11: Isera, Volano, Sacco San Giorgio.
NEL CALCIO A 5: San Giuseppe

Autore
Matteo Lunelli
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