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Hombre del partido

Roby Angeli, quando il futsal è puro divertimento

La nuova puntata de ”L’Hombre del Partido” ci porta nel campionato di serie D e più precisamente nel girone C. Siamo andati a chiacchierare con uno dei protagonisti delle squadra che, al tempo stesso, è sia prima che seconda in classifica. Com’è possibile?, si chiederanno in molti. È possibile se la squadra che è in testa al momento si chiama Green Tower B (formazione fuori classifica) e quella che la insegue si ritrova quindi al primo posto per quanto riguarda la promozione. L’avrete capito, stiamo parlando del Random Team, formazione che, seppur di recente nascita, può vantare già un palmares di tutto riguardo, con una promozione ed alcune stagioni in serie C. Uno dei sei soci fondatori, ex presidente della società ed ora “solamente” giocatore, è Roberto “Roby” Angeli. Con lui abbiamo parlato della sua squadra, ma anche di come sta il calcio a 5 in regione e, naturalmente, abbiamo fatto due battute anche sull’attualità più stretta, ovvero il caso di Merano. A tutti una buona lettura.

Ciao Roby, tutto bene immagino, considerato che siete primi?
«Siamo contenti di essere nella parte alta della classifica, direi che non ci saremmo aspettati di stare in questa posizione. Ma il campionato è ancora lungo, tireremo le somme a maggio».

Il vostro obiettivo è vincere il campionato?
«Assolutamente no. Abbiamo iniziato la stagione con un’unica idea molto precisa,

ROBERTO ANGELI
ROBERTO ANGELI

ovvero divertirci. Il primo obiettivo non è arrivare in testa, ma riuscire a tenere il gruppo, andare in serenità a giocare e soprattutto sfruttare al meglio il post-partita. E devo dire che fino ad ora ci stiamo riuscendo perfettamente: il gruppo è compatto e unito, tutti si divertono e nessuno si lamenta e non ci sono tensioni. È ovvio che le vittorie ci stanno aiutando a mantenere questo clima sereno ma il vero risultato che volevamo lo stiamo ottenendo fuori dal campo».

Avete un po’ di nostalgia della serie C?
«A me quello che manca della C è il bel gioco e qualche partita tirata, ma devo dire che non sento assolutamente la mancanza di quel campionato. Come ti ho detto i nostri obiettivi sono cambiati: in C bisognava ogni anno integrare il gruppo con nuovi giocatori, che poi magari non rendevano o si lamentavano. Adesso siamo tornati al gruppo storico, abbiamo giocatori bravi ma soprattutto amici che vanno a fare una partita insieme. Questo è l’importante».

Un pensierino al salto in D d’eccellenza ce lo fate?
«Ad essere onesto direi di no. Noi andiamo in campo ogni venerdì e proviamo a vincere. Poi in ogni caso andiamo insieme in pizzeria e magari tiriamo tardi tutti insieme. A maggio vedremo in che posizione saremo».

Perché Random Team?
«Oltre ad essere un nome vuole essere anche uno stile ed un modo di pensare. L’idea che sta alla base è quella che non deve cambiare nulla che ci sia l’uno o l’altro giocatore in campo. Vogliamo essere una squadra che non dipende da un singolo, ma nella quale tutti portano il proprio contributo. Insomma, chiunque il mister schieri, a random appunto, la sostanza non cambia. Ad esempio quest’anno abbiamo due portieri fortissimi che, in pieno spirito Random Team, giocano una partita a testa. Uno dei due viene dalla pallamano e fino a poco fa giocava in serie A».

Quali sono i problemi più grossi che s’incontrano per riuscire a creare a tenere in vita una squadra di calcio a 5?
«Credo che la vera difficoltà sia riuscire a far collimare tutti i vari aspetti. Alla fine i soldi si trovano, i giocatori restano o arrivano, insomma in fin dei conti riusciamo sempre a fare tutto. Ogni tanto ci sono dei momenti di difficoltà, ma abbiamo persone valide che fanno di tutto per far funzionare al meglio la macchina. Il problema economico, tutto sommato, non lo abbiamo quasi mai avuto: prima di tutto non abbiamo mai pagato un giocatore, se non una volta per un prestito. In pieno spirito random se la cassa è piena spendiamo i soldi per prendere qualcosa per tutti, una tuta, una maglietta, una cena, piuttosto che dare una cifra ad un singolo giocatore solo perché è il più forte».

Del caso Bubi-Green Tower cosa pensi?
«A dire il vero non ho seguito benissimo la vicenda, non ero presente e quindi non mi sento di sparare sentenze o giudizi. Credo sia stato un raptus, anche se certe cose non dovrebbero mai capitare. Mi spiace ed in un certo senso mi sorprende che sia avvenuto proprio al Bubi, squadra e società che ho sempre ammirato, stimato e della quale, se mi è permesso, mi sento anche un po’ tifoso. Ora la giustizia sportiva farà il proprio corso e vedremo cosa accadrà. Spero solo che tutta la faccenda non sia stata ampliata o ingigantita».

Nel futuro del calcio a 5 cosa può dare una sterzata definitiva verso l’alto?
«Coinvolgere i giovani, sempre di più ed il più possibile. Avere dei giovani che giocano alza il livello, alza l’attenzione di media e sponsor, fa crescere tutto il movimento. Da parte nostra abbiamo sempre cercato di tenere dei ragazzi con noi: quest’anno abbiamo un ’89 ed un ’88 e negli anni della C ne avevamo quattro in rosa. Ne abbiamo coinvolto uno, così, quasi per caso, e poi lui ha chiamato il fratello ed un amico e da lì hanno iniziato. In questo senso credo che una grande promozione l’abbia fatta il Green Tower con la sua squadra under 21. Per i ragazzi è una cosa stimolante inoltre l’essere chiamati dalla under 21 o esser convocati nelle rappresentative giovanili».

In conclusione chi ti senti di ringraziare per il lavoro svolto nella Random Team?
«Devo fare due nomi: il primo è quello di Maurizio Cielo, il nostro presidente. È una persona molto bilanciata che sa sempre infondere grande tranquillità nell’ambiente anche nei momenti di maggior nervosismo, magari dopo una partita. Il secondo è quello del mister Giuseppe Forgione: da quando è arrivato la squadra ha cambiato decisamente rotta ed è riuscito a portarci nelle parti alte della classifica».

RANDOM TEAM
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